L’influenza UE ed il F ass 90

Recentemente sui media è rimbalzata la notizia che la sedicente Commissione UE vuole inasprire le leggi e le regolamentazioni sulle armi. Buon per loro, verrebbe da dire.
La fregatura sta nel fatto che questa direttiva che arriva da Bruxelles viene fatta passare sotto l’accordo di Schengen, e quindi la Svizzera dovrebbe adeguarsi automaticamente ed adottare queste direttive che vogliono vietare l’acquisto e il possesso di armi da fuoco semiautomatiche ai civili. Questo significherebbe che i fucili d’assalto semiautomatici che attualmente vengono comperati con un permesso d’acquisto e utilizzati da moltissime persone nel nostro Paese per il tiro fuori servizio, sarebbero messi al bando anche in Svizzera, appunto perché il nuovo diritto di Schengen dovrebbe essere ripreso automaticamente.
L’Unione Europea vuole interferire nella nostra sicurezza nazionale
Se già questi aspetti non sono accettabili per un Paese che si ritiene ancora sovrano e che ha una forte tradizione legata al tiro, il passo successivo dimostra quanto questa Unione europea miri a distruggere l’indipendenza e l’autonomia delle nazioni. Infatti, secondo le nuove direttiva della Comissione UE anche i militi dell’Esercito svizzero non potrebbero più tenersi la loro arma personale dopo aver prestato il servizio militare, e dovrebbero quindi consegnare il Fass 90 in arsenale al termine di ogni servizio. Ciò è assolutamente incompatibile con il nostro sistema di milizia e va a minare il rapporto di fiducia tra Stato e cittadino-soldato che sta alla base della nostra difesa nazionale.
Gli argomenti che l’UE mette in campo per giustificare la nuova regolamentazione sono ridicoli: tramite questo inasprimento si dovrebbe evitare che tali armi finiscano in mano a terroristi! Peccato che il periodo di carnevale sia da poco passato altrimenti le prime pagine dei giornalini di carnevale avrebbero il tema pronto. Figurarsi se le organizzazioni terroristiche non si procurano il loro arsenale grazie ad altri canali non certo legali.
L’episodio appena descritto è l’ennesimo campanello d’allarme relativo alla strisciante adesione all’UE. Se delle direttive con un effetto tanto grave sulla nostra indipendenza vengono fatte contrabbandare con un adeguamento di Schengen, accordo a cui tra l’altro tiene ormai fede solo la Svizzera e qualche altro staterello non toccato dal flusso enorme di immigrati perché molti Stati UE saggiamente hanno deciso di proteggere seriamente i propri confini, figuriamoci cosa dovremmo accettare una volta firmato l’accordo-quadro con l’UE. Affermare che tramite l’accordo il nostro Paese verrebbe svenduto a Bruxelles non è un’esagerazione ma la semplice realtà dei fatti. Avremmo a Berna un Parlamento ed un Governo pro forma, mentre il destino della nazione verrebbe deciso a Bruxelles da una manica di burocrati non eletti da nessuno. Pensiamoci molto bene: vogliamo proprio sacrificare il nostro Paese ed il nostro modello di democrazia diretta costruito con enormi sacrifici dal 1291 ad oggi in nome di un’organizzazione che ha oramai raggiunto uno stampo dittatoriale?
Cosimo Lupi
Associazione NO alla strisciante adesione all’UE